mercoledì 9 maggio 2012

La mia Nottingham, il racconto di Giuseppe


Il tutto è partito da un oggettino che avevo intenzione di inviare al presidente del Notts County, Aileen Trew. Dopo aver postato sulla bacheca della squadra l’immagine, e aver ricevuto molti complimenti, Giorgio mi contatta per comunicarmi l’organizzazione di questo viaggio per l’ultima di campionato. Mai avrei pensato che una singola foto avrebbe dato il là ad un viaggio dai nostri “cugini" per consegnare nelle mani del presidente qualcosa che avevo fatto produrre per gioco in fabbrica.
Dopo aver conosciuto gli altri componenti del gruppo online si prenota tutto: volo, albergo e sterline per il viaggio. Due mesi di attesa che sembrano lunghissimi ma eccoci qui al giorno della partenza. Molto era già stato organizzato dai ragazzi li a Nottingham per farci passare un bel weekend. 

Lo spirito alla vigilia della partenza non è dei migliori, la Juventus ha pareggiato in casa contro il Lecce, mettendo a serio rischio il primo posto e lo scudetto. Atterro a East Midlands dove trovo Malcolm Voce ad attendervi agli arrivi. Una veloce stretta di mano prima di tuffarmi nel freddo (c’erano 8°) clima inglese.
Prima tappa l’albergo per il check-in e poi lo stadio. Visto dalle foto mi aveva impressionato, ma dal vivo l’effetto è di molto superiore. Per una persona abituata ai campi di Serie C italiani dove a stento ci sono gli spalti, uno stadio di proprietà con quattro tribune coperte è spettacolare. Inizia il tour con un “buon” caffè all’inglese, giro per le tribune e prime strette di mano con personaggi importanti. Keith Curle e Tommy Johnson, rispettivamente l’allenatore e uno dei giocatori più importanti della storia del County. Malcolm mi fa da Cicerone su ciò che vedo e insieme discutiamo di tutto. Un giro negli spogliatoi, nella stanza delle scarpe, infine il campo da gioco. Ci dirigiamo verso gli uffici dove incontro “finalmente” il presidente della squadra, Aileen Trew che mi accoglie in modo stupendo e ci porta a vedere il resto dello stadio, le tre (3!!!!!) hospitality room, e la Board room dove i giocatori insieme al presidente pranzano dopo la partita. Trofei e magliette storiche ovunque, anche se come ci ha detto Aileen molti sono ancora negli scatoloni da qualche parte nello stadio. Serata al pub dove incontro Andy e Lisa e gusto una porzione “large” di fish and chips...









Il venerdì mi aspetta Andy in albergo per portarmi agli allenamenti della squadra. I giocatori sono letteralmente a due passi, si sentono le istruzioni impartite da coach Curle e si provano gli schemi da utilizzare in campo l’indomani. Due sono i giocatori che mi impressionano di più: Alan Judge, conosciuto come Irish Messi e il terzino Sheehan altro giocatore irlandese. Riesco a fare qualche video e delle altre foto poi con Andy si torna allo stadio per un altro giro allo store della squadra. Lì conosco Lynn, la retail manager, che ci mostra la nuova t-shirt creata apposta per Judge; verde con la foto e la scritta IRISH MESSI. Neanche il tempo di acquistarla che dalla porta posteriore entra proprio Alan Judge al quale chiedo una foto e un autografo sulla maglietta.
Nel pomeriggio arrivano gli altri ragazzi, si va a prenderli e poi dopo un veloce passaggio in albergo, la serata si passa in giro tra un pub e l’altro dal Pit and Pendulum, in stile gotico, al Pitcher & Piano ricavato da una chiesa sconsacrata, moderno e classico che si fondono. 

5 Maggio – Match day

Il giorno tanto atteso da tutti. Sveglia presto per colpa del letto scomodo, incontriamo Andy nella hall e tutti insieme si va al Castello per una foto vicino la statua di Robin Hood poi un giro al Ye Olde Trip to Jerusalem Inn. La barca maledetta posta all’interno del pub si dice sia stata pulita solo due volte e che colore che l’hanno fatto sono morte…qualcuno propone di portarla a Milano (vero Igor?). Una veloce birra e si va allo stadio. Al negozio incrociamo Ray Trew, proprietario della squadra poi subito al Meadow Lane Sports Bar, dove ci hanno riservato un tavolo. Stringiamo un sacco di mani, scattiamo foto neanche fossimo attori famosi, ci intonano cori e noi ne creiamo di nuovi in onore dei nostri ospiti, una sensazione magnifica e un orgoglio immenso per i nostri colori.


Finito il pranzo si va allo stadio. Malcolm mi ferma perché una giornalista della BBC locale vuole un’intervista, chiamo Giorgio, che la merita quanto me come ideatore del progetto Italian Magpies, rispondiamo seriamente alle domande da perfetti intervistati e si entra per la porta principale allo stadio. Ci aspetta Aileen Trew che ha una sorpresa per noi. L’ingresso è dagli spogliatoi. Il colpo d’occhio una volta usciti è spettacolare, ci ritroviamo a bordo campo come delle superstar, tutti in piedi a fotografarci e a stringerci la mano. Tiriamo fuori le sciarpe e salutiamo agitandole verso gli spalti. Il momento tanto atteso arriva. La consegna della targa del County ad Aileen in mezzo al campo per la quale ricevo un pallone e un gagliardetto autografato dai giocatori. Mentre ci dirigiamo ai nostri posti nella Kop, tutti si alzano e ci tributano una standing ovation commovente ed emozionante, le mani strette durante la salita dei gradini della curva sono la cosa più bella della giornata. Il Notts County vince per 4 a 1, purtroppo anche lo Stevenage contro il Bury, quindi niente playoff, ma una stagione straordinaria comunque.
Invasione di campo generale e poi al Trent Navigation Inn per una birra e la finale di FA Cup. Ci si ritrova poi tutti a casa di Andy per la serata. Sfida in terra straniera a Fifa12 tra me e Ciaran, rispettivamente con Notts County e Juventus. Nonostante i settaggi non appropriati del joystick riesco a mettere in difficoltà il padrone di casa, che vince comunque 3-1. Aiuto poi Luca a battere Joshua che (mortacci sua!!!) ha scelto di giocare Cagliari-Juventus, proprio alla vigilia del match, risultato finale 5-4 per la Juve. Tra una chiacchiera e un bicchierino si fa l’ora di andare. Alcuni di noi partiranno la mattina presto. Noi cerchiamo di riposare un po’.
L’ultimo giorno a Nottingham ci accoglie con uno splendido sole, colazione oramai classica da Starbucks e un giro veloce al centro e al Castello. In albergo mi aspetta Malcolm che mi porta in aeroporto. Stanco per fisicamente per il weekend ma mentalmente riposato lascio il freddo inglese per godermi il caldo di casa. Lo scudetto arrivato con una grande partita è stato il coronamento di un viaggio fantastico.





Il Notts County è una grande famiglia e ora ne faccio parte…COYP!!!!

di Giuseppe Ammirati